“PALERMO IN-VISIBILE”

“Tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra”.

Queste le parole di Marco Polo nelle Città invisibili in cui Italo Calvino descrive città reali o immaginarie, dalle “città e la memoria” alle “città nascoste”.
L’installazione fluida PALERMO IN-VISIBILE “gioca” con la struttura dell’opera, scegliendo di seguire la complessità e il disordine della realtà di Palermo con il tentativo di dare un ordine a questo caos del reale attraverso immagini oniriche.
Calvino stesso ha affermato alla fine del libro, è “l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme” e i due modi per non soffrirne: “Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e
apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.